Inchiesta sui taxi in Italia





Abbiamo chiesto alle prime 50 città in Italia un accesso agli atti sulle licenze dei taxi. Scoprendo che c'è chi non fa un bando per rinnovarle dal 1977. Che a Roma e Milano il settore è fermo da 20 anni. E che a Firenze e Bologna una nuova licenza costa 175mila euro. Ma 140mila vanno agli altri tassisti. Tutti i numeri

Dall’attività di verifica sui taxi avviata dall’Antitrust nelle città di Roma, Milano e Napoli fino al decreto del governo Meloni che ha introdotto le licenze temporanee e consentito un aumento fino al 20% nei capoluoghi e nelle città sede di aeroporti internazionali. Senza dimenticare le ormai consuete polemiche legate al numero dei taxi disponibili, ai costi di utilizzo e alle modalità di pagamento. Arrivando sino al progetto di offrire corse gratis fuori dalle discoteche a chi ha bevuto da parte del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.

Quella appena trascorsa non è stata un’estate tranquilla per i tassisti e per i loro passeggeri. Wired ha deciso di approfondire la questione partendo dai dati, ovvero raccogliendo i numeri delle licenze di auto bianche ma anche degli ncc (noleggio con conducente). Scoprendo così che ci sono città in cui questi ultimi sono presenti in numero maggiore rispetto alle prime. E che l’ultima volta che a Firenze fu aumentato il numero dei taxi, nel 2016, ogni tassista incassò quasi 14mila euro.

Taxi a Milano

La Regione non vuole dire quanti taxi ci sono in Lombardia

Ignorata la richiesta di Wired sulla trasparenza dei dati sulle licenze delle auto bianche. Intanto a Milano il 14% delle chiamate rimane inevasa

I dati raccolti

Alla fine di giugno, Wired ha indirizzato una richiesta Foia (acronimo per Freedom of information act, in burocratese istanza di accesso generalizzato, ndr) alle 50 più popolose città italiane. La richiesta quella di fornire il numero di licenze di taxi e ncc erogate, i regolamenti comunali che disciplinano la materia e soprattutto l’ultimo bando di assegnazione delle licenze. Documento necessario a capire intanto da quanto tempo il mercato delle auto bianche sia fermo in ogni città, ma anche se le ultime licenze siano state erogate a titolo gratuito o a fronte di un pagamento da parte degli aspiranti tassisti.

Mentre scriviamo, mancano all’appello le risposte di cinque città. Si tratta di Bergamo, Salerno e Catania, che non hanno dato riscontro né all’istanza di accesso, né alla successiva richiesta di riesame. Non ci sono nemmeno i dati di Andria: i funzionari comunali hanno chiesto il versamento di 40 euro per rilasciare le informazioni richieste: avremo modo, più oltre, di approfondire l’argomento. E infine manca il comune di Parma al quale, per errore di chi scrive, l’istanza è stata inviata solo il 9 agosto. E che, alla data in cui scriviamo, non ha ottenuto risposta. Va detto che, anche tra i 45 comuni che hanno dato un riscontro, non tutti hanno fornito tutte le informazioni richieste.

Istanza simile, seppur limitata al solo numero di licenze erogate, è stata rivolta anche alle regioni e alle province autonome. Questo perché ci sono casi, uno di questi è la Lombardia, in cui è la regione ad autorizzare il comune ad aumentare il numero di taxi in circolazione. Non essendo prassi comune quella lombarda, 11 regioni hanno semplicemente risposto di non essere in possesso dei dati. Altre, come Molise, Valle d'Aosta e proprio la Lombardia, non hanno dato riscontro. Altre ancora hanno fornito i dati richiesti. A queste ultime, oltre che a Lazio e Lombardia che con Roma e Milano sono le regioni con il maggior numero di licenze, verranno dedicati degli approfondimenti nel corso delle prossime settimane.

 

 

Taxi

Quanto guadagnano i taxi e quanto perdono i Comuni dall'aumento delle licenze deciso dal governo

Il governo ha stabilito un potenziale aumento delle licenze taxi del 20%, ma gli incassi andranno tutti ai titolari delle auto bianche. La proiezione di Wired basata sui bandi più recenti: la scelta frutterebbe ai tassisti già attivi 35mila euro. Il comune di Roma perderebbe 55 milioni, Milano 34

I taxi in circolazione

E andiamo con i numeri, quindi. Quanti sono i taxi in circolazione? Con 7.838 licenze, Roma è la città con il maggior numero di taxi disponibili, seguita da Milano con 4.855 e da Napoli con 2.364. Si tratta, però, di numeri assoluti, che in quanto tali non consentono un confronto tra le diverse realtà. Più interessante è rapportare il numero di auto bianche a quello degli abitanti, informazioni disponibili grazie a Istat. Nel grafico sottostante, cosa emerge dal primo confronto.

Con 35,85 taxi ogni 10.000 abitanti, è Milano la città italiana con la più alta incidenza di auto bianche, seguita da Roma con 28,52 e da Napoli con 25,88. Se li si calcola in questo modo si nota come la situazione milanese sia migliore, o meno peggiore a seconda dei punti di vista, di quella della capitale. È sicuramente peggiore se si allarga il confronto ad altre realtà europee, come visualizziamo nel grafico sottostante.

Solo Berlino, tra le capitali dei principali paesi europei, ha un'incidenza dei taxi rispetto alla popolazione inferiore a quella vista nelle tre più grandi città italiane. Va detto che nella capitale tedesca ci sono 9 linee della metropolitana e che qui, come del resto in tutte le altre realtà considerate, è presente Uber, il cui arrivo in Italia sfociò in una protesta dei tassisti al Wired Next Fest di Milano del 2014.

 

Taxi a Roma

Roma è tra le capitali europee con meno taxi

E i tassisti chiedono 3 euro extra a corsa per l'indennizzo del traffico causato dai lavori. Mentre conoscere quante auto bianche ci sono in Lazio sembra impossibile: la Regione afferma di non detenere i dati

Londra ha una presenza di auto bianche (anche se qui sono nere, ndr) rispetto alla popolazione tripla rispetto a quella di Milano, quadrupla in confronto a Roma, Parigi si avvicina molto a queste proporzioni. Sono insomma pochi i taxi in Italia rispetto al mercato europeo. E, ulteriore aggravante, non cambiano di numero da anni. Anzi, spesso non aumentano da decenni.

Un mercato congelato

Quale settore è rimasto uguale a sé stesso in termini di operatori presenti sul mercato a come era negli anni ‘90, o addirittura ‘80 del secolo scorso? In alcune città italiane, quello dei taxi. Sì, perché mentre il trasporto aereo ha visto l’avvento degli operatori low cost, quello ferroviario ha posto fine ai monopoli con l’alta velocità e quello su gomma ha registrato l’ingresso di operatori che consentono di raggiungere anche città straniere a costi contenuti, a Genova non vengono erogate nuove licenze dal 1980. A Livorno addirittura dal 1977. In quell’anno semplicemente la competenza passò dalla questura al comune, che in 45 anni non ha mai ritenuto necessario aumentarne il numero.

La città che ha visto il più recente incremento delle licenze dei taxi è Venezia, dove lo scorso anno sono saliti di 12 unità, arrivando a quota 108. Abbastanza recente anche l’aumento di Bologna, la città del tassista Roberto Mantovani, minacciato perché ha scelto di pubblicare i propri incassi quotidiani sul suo account Twitter. Qui nel 2018 il comune ha emesso un bando per 36 nuove licenze, così che le auto bianche nel capoluogo emiliano sono salite a 656.

Fonte Wired.it  del 11/03/24



19/3/2024