TAXI, ROUND AL NUMERO UNICO COMUNALE





Se non crea un nuovo servizio e non intralcia la concorrenza, il Comune può costituire un sistema di ricerca taxi informatizzato, più efficiente di quello classico delle "colonnine gialle": gli interessi dei tassisti non possono bloccare l'innovazione nè l'intervento della Pa su un servizio pubblico. Il Consiglio di Stato (sentenza 1415/2016) ha ribaltato il giudizio di primo grado (Tar Milano 2176/2015) contro la gara indetta nel 2014 dal Comune di Milano per fornitura, gestione e manutenzione di un software per chiamate su numero unico che cerca in automatico il taxi più vicino. Per il Tar, come contestato da tre operatori locali non partecipanti, la gara (vinta da Fastweb con l'offerta più vantaggiosa) comportava "un'alterazione del mercato" con difficoltà per le centrali radiotaxi cui sbarrava l'accesso richiedendo competenze tecniche ed esperienze di gestione dimostrabili solo da informatici. Il Consiglio ha invece spiegato che il Comune, sostituendo solo il sistema di ricerca – via web, app o telefonata a un centralino -, "non ha introdotto un nuovo servizio sottraendolo alle società di radio taxi ma si è limitato a modificare il servizio che già svolgeva" e non c'è "alcuna ingerenza…in un settore riservato all'operatore privato perchè il settore è stato da sempre caratterizzato dalla coesistenza del servizio pubblico e privato". Che è "servizio di trasporto pubblico non di linea" (legge quadro 21/1992), da garantire e regolamentare da parte dei Comuni, a prescindere dal fatto che gli operatori ritengano di soddisfare "appieno" l'interesse generale. Per gli stessi motivi va esclusa la violazione delle norme Ue sulla concorrenza (articolo 106 del Trattato): esse si riferiscono alla creazione di una nuova attività pubblica e la giustificano quando l'interesse generale non è garantito dalla gestione concorrenziale: il contrario del caso milanese. Il bando è regolare poichè "la diversa modalità e la correlata maggiore efficienza…sembra da ricondursi solamente alla evoluzione delle tecnologie che non può essere bloccata da interessi corporativistici". Peraltro il Comune aveva aperto le porte anche ai tassisti, prevedendo che potessero partecipare alla gara in associazione temporanea con terzi. Fonte Il Sole 24 Ore

2016-05-05